LA SEGRETARIA DEL PD È DONNA. HA MOLTO DA FARE PER RIPENSARE E RIPROGETTARE IL CAMMINO DELLE DEMOCRATICHE E DEI DEMOCRATICI

LA SEGRETARIA DEL PD È DONNA. HA MOLTO DA FARE PER RIPENSARE E RIPROGETTARE IL CAMMINO DELLE DEMOCRATICHE E DEI DEMOCRATICI


Elly Schlein ha vinto le primarie. È la prima segretaria donna del PD.

C’è molta curiosità. I commenti si sprecano. Le attese sono innumerevoli.

Una speranza si è finalmente riaccesa tra i progressisti e i democratici.

Anche gli interrogativi si moltiplicano, alcuni pertinenti e inevitabili.

Schlein è finalmente la leadership che promuove il “Noi”? Saprà tenersi lontana dalla solita e sterile leadership dell’“Io-comunicativo” dedita a conferenze stampe a gogò, tweet a tempesta, battute cabarettistiche e paradossali e via di questo passo, come succede spesso sul palcoscenico della politica attuale?

Quale carattere avrà il nuovo cammino del Partito? Quello inconcludente del nuovismo di facciata, oppure quello solido del pensare ideale e del fare progettuale e organizzativo?

La vita interna sarà sempre a prevalenza dorotea, con una presenza nei territori solo a ridosso delle elezioni? Oppure finalmente si darà vita a una unità condivisa e aperta quotidianamente al dialogo con le forze vive e innovative della società?

Si lasceranno le politiche economiche e sociali nel limbo dell’astrattismo e genericismo, oppure si passerà a proposte puntuali e in grado di risolvere la crisi in cui versano sia il welfare sia il reddito del ceto medio-basso?

Le sfide tremende della lotta alle varie disuguaglianze, alle mafie, al cambiamento climatico, alle guerre e alle discriminazioni avranno un ritmo e una dinamica progettuali e operativi oppure episodici e improvvisati?

Le alleanze politiche ed elettorali saranno curate e coltivate per tempo, oppure vivranno di estemporaneità e conflittualità a somma zero?

L’europeismo si alimenterà di innovazione verso la fase costituente degli Stati Uniti d’Europa, oppure rimarrà ancorato al modello burocratico e passivo dell’attuale assetto confederale dell’Unione?

Sono tutte domande a cui il nuovo corso deve senz’altro dare delle risposte, che per essere serie hanno bisogno di tempo, lavoro, dedizione e di un rilancio della partecipazione ricca di passione e condivisione.

Con una riflessione e un’intervista intendo stimolare da subito l’avvio di un pensare e agire progettuale. È il mio modo di augurare buon impegno alla nuova Segretaria del Partito Democratico.

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