Giuseppe Lumia

Chi sono

Sono nato il 28 giugno 1960 a Termini Imerese, in un’antica e stupenda città di provincia ma molto aperta e partecipe dei travagli che via via la Sicilia, l’Italia e il mondo hanno attraversato.

La mia infanzia scorre lungo gli strepitosi anni Sessanta, quelli del boom economico, delle correnti calde che hanno alimentato le speranze nel cambiamento. In famiglia, vivo una dimensione severa, affettuosa e ricca di esempi nel dedicarsi agli altri, soprattutto se in difficoltà, grazie alla testimonianza dei miei genitori, dei miei fratelli e del vicinato. Nella “scuola di strada”, lungo le viuzze della parte vecchia di Termini bassa, mi forgio alla durezza dei rapporti umani, ma trascorro anche tanti momenti di spensieratezza e di socialità. In parrocchia, ricevo l’educazione a una religione rigorosa ma in cammino sulla strada dell’innovazione aperta dal Concilio Vaticano II.

Foto: 1965, chierichetto a Termini Imerese (il secondo da destra)
Foto: 1987, Assemblea Nazionale dell’Azione Cattolica

A scuola ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti colti e severi. L’asilo l’ho passato a tempo pieno dalle suore, mentre per le elementari, le medie e il liceo ho frequentato la scuola pubblica. Il mio impegno sociale inizia a sgorgare sin dalla scuola media, poi al liceo diventa forte e quotidiano, grazie alla formazione vissuta nell’Azione cattolica e proiettata in un’attività tra i banchi di scuola partecipe di tante dimensioni, da quella affettiva e solidale tra gli studenti a quella degli anni difficili della contestazione, in particolare del 1977. I tragici momenti dell’uccisione di Aldo Moro e, nello stesso giorno, di Peppino Impastato li ho vissuti tra assemblee, elaborazione di documenti, organizzazione di dibattiti e inevitabili scontri caratteriali e fisici.ivento responsabile del Movimento Studenti della diocesi di Palermo e consigliere diocesano del Settore Giovani: questi ruoli mi portano ad occuparmi di una dimensione più vasta, con continui spostamenti nel territorio provinciale.

All’università vivo una straordinaria esperienza con l’adesione alla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Divento infatti responsabile diocesano e mi occupo così di diverse iniziative culturali e sociali tra gli studenti, soprattutto “fuori sede”, per la promozione del diritto allo studio. Non posso dimenticare, di quegli anni, l’incontro con Padre Puglisi, la partecipazione al Movimento della pace, grazie al confronto con Pio La Torre, e le istanze di cambiamento della politica, che mi portavano a guardare con ammirazione ai tentativi promossi da Piersanti Mattarella.

Foto: 3 gennaio 1987, Congresso nazionale della FUCI a Verona
Foto: 1981 -1982, squadra di pallacanestro di Termini Imerese, serie D

Nella mia vita giovanile ha avuto sempre un posto speciale la passione per l’attività sportiva.

Ne ho coltivate molte ma il basket, da ragazzo, ha preso il sopravvento tanto da segnare il mio carattere e farmi assaporare emozioni intense e coinvolgenti con la partecipazione, per diversi anni, ai campionati giovanili e a quelli degli adulti.

Nei primi anni Ottanta mi trasferisco a Roma per assumere la carica di vice presidente nazionale della FUCI. È un periodo per me straordinario: viaggio continuamente, ho l’occasione di fare conoscenza con i giovani provenienti dalle più svariate realtà regionali e di incontrare intellettuali e personalità di spicco della Chiesa, dei cosiddetti corpi intermedi e della stessa politica.

Parallelamente porto avanti il mio impegno nel Volontariato, sino ad essere chiamato a guidare il MoVI ( Movimento del Volontariato Italiano), una realtà diffusa su tutto il territorio italiano, con una dimensione sociale avanzata nella lotta al disagio e all’emarginazione.

Con il MoVI, il mio impegno contro le mafie acquista un carattere permanente e così anche quello per la promozione dei diritti di cittadinanza nei quartieri a rischio delle principali città italiane. La FUCI e il MoVI sono due realtà che mi scavano dentro e mi orientano sul piano culturale, sociale e politico.

Foto: 1993, da Presidente del MoVI a una iniziativa a Castellammare di Stabia

La mia esperienza lavorativa, nel frattempo, mi porta ad essere consulente di quei lavoratori che decidono di diventare imprenditori, con l’obiettivo di promuovere una cultura imprenditoriale solidale e autogestionaria. Sono stato Responsabile nazionale del settore Cooperative sociali del Centro nazionale per lo sviluppo della cooperazione e dell’autogestione (Cenasca), nonché Consulente Formez per le politiche sociali del volontariato e per i soggetti sociali non profit del Mezzogiorno.

Nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, partecipo alla trasformazione della Sinistra di allora, avendo coltivato diverse esperienze, dal movimento “OItre il frammento”, all’associazione “Agire solidale” e alla “Costituente della Strada”.

Sono chiamato a dare una mano, dopo il crollo del muro di Berlino, alla nascita del Partito Democratico della Sinistra, divenendo componente del Primo Comitato Nazionale.

In seguito ho dato la mia adesione ai Democratici di Sinistra, entrando a far parte della Direzione Nazionale e vivendo i vari passaggi per la costituzione del Partito Democratico.

Foto: 8 maggio 1993, Volantino per l’adesione alla “Costituente della strada”

Nel 1994, nel passaggio tumultuoso tra la Prima e la Seconda Repubblica, accetto la candidatura, insieme ad altre personalità del volontariato e dell’associazionismo, nel Polo progressista. Scelgo la “mission impossible” di candidarmi nel collegio Termini- Corleone, in Sicilia. Risulto tra i pochi eletti e inizia così la mia lunga esperienza parlamentare, che dura ben sei legislature tra Camera dei deputati Senato. Fin da subito mi trovo ad affrontare molte difficoltà, tra attentati mafiosi in diversi Comuni del mio Collegio e la guida di diverse lotte sulla sanità e a sostegno dell’economia locale.

Il mio impegno diretto nella vita parlamentare e politica si misura da subito sui temi sociali (lotta alla tossicodipendenza e all’emarginazione) e produttivi (agricoltura, ​artigianato, turismo). Successivamente gli impegni incalzano e sono chiamato a svolgere la funzione di Presidente della Commissione parlamentare antimafia.

Questa scelta man mano mi espone a rischi personali altissimi ma mi dà la possibilità di segnare un po’ tutta la legislazione antimafia, contenuta oggi nel Codice Antimafia. Le ragioni di sicurezza rimodellano la mia vita, mi attirano polemiche strumentali e “mascariamenti” di ogni tipo, ma non hanno cambiato il mio piglio sociale e progettuale, da condividere nella logica del “Noi”, con l’obiettivo di dare una mano ad affrontare le nuove sfide della lotta alle mafie, della costruzione degli Stati Uniti d’Europa, della promozione dell’Agenda ambientale contro il cambiamento climatico, del superamento delle gravissime disuguaglianze di reddito, di genere, generazionali e territoriali, del contrasto alle dipendenze da sostanza e comportamentali, del rilancio del ruolo del volontariato e della riforma della politica.