Il Papa venuto da lontano, quasi dalla fine del mondo, ci ha lasciato. Sentiamo in tanti un vuoto dentro, fin dall’annuncio della sua morte si è diffusa una profonda tristezza. Era necessaria una sua presenza ancora per qualche anno, per consolidare il rinnovamento da Lui avviato all’interno della Chiesa e per accompagnare ancora per un tratto l’umanità lungo le sfide più drammatiche che sono in corso.
Ma questo è anche il tempo per gioire, nella consapevolezza dell’importanza del suo innovativo pensiero e del suo infaticabile impegno, che possiamo sintetizzare con una frase: Papa Francesco ha squarciato i tanti veli che coprivano il nostro sguardo, soffocavano il nostro cuore e disorientavano le nostre menti.
Eh sì, è un Papa che ha fatto cadere il velo del “dio potere”, del “dio denaro”, del “dio dell’esclusione”, in modo da liberare gli occhi e consentirci di vedere chiaramente la radice dei vari mali che ci affliggono, per sciogliere i cuori di pietra e rigenerare sane passioni e condivisioni ideali, per risvegliare le menti e renderle capaci di consapevolezza e progettualità verso cieli e terre nuove, per rimettere in cammino le gambe della solidarietà e della prossimità, per scuotere le classi dirigenti e incalzarle sulle istanze decisive della Pace, della Giustizia, della Salvaguardia del Creato.
Mi piace raccontare Papa Francesco attraverso la mia esperienza e la percezione che ho avuto del Suo pontificato.