33° VERTICE DELLA FONDAZIONE CAPONNETTO. L’ANTIMAFIA E’ ANCORA UNA GRANDE RISORSA PER LA DEMOCRAZIA E PER LA LIBERAZIONE DEL PAESE DAL GIOCO MAFIOSO.

33° VERTICE DELLA FONDAZIONE CAPONNETTO. L’ANTIMAFIA E’ ANCORA UNA GRANDE RISORSA PER LA DEMOCRAZIA E PER LA LIBERAZIONE DEL PAESE DAL GIOCO MAFIOSO.

33° Vertice Antimafia- Eurocomunicazione

A Firenze, la magnifica Sala Sibilla Aleramo della Biblioteca delle Oblate ha fatto da cornice ad un partecipato confronto per ripensare e riprogettare il cammino dell’Antimafia.

Nello stile di nonno Nino Caponnetto e con la tenacia di nonna Betta, il Vertice di quest’anno si è aperto con il summit organizzato dai Tulipani Rossi “Verso gli Stati Uniti d’Europa” per poi proseguire con il tema centrale della 33° edizione: cosa serve alla lotta alla mafia e quali scelte sono necessarie per rilanciarla e superare la fase di ripiegamento e di stasi in cui tuttora versa.

Di seguito propongo una sintesi dei miei due interventi: il primo è dedicato al tema di apertura, gli Stati Uniti d’Europa, il secondo è l’intervento al Vertice sulla lotta alle mafie.


Stati Uniti d’Europa.

Siamo ormai ad un bivio. Di fronte alla crisi strutturale dell’Unione Europea, abbiamo due soluzioni: da una parte il “modello confederale”, che vuole lasciare la governance dell’Europa in mano alla sovranità dei governi dei singoli Stati; dall’altro il “modello federale”, che prevede un assetto istituzionale, sociale, economico e politico in grado di proiettare positivamente l’Europa nel cuore delle drammatiche sfide del nostro tempo, come il devastante cambiamento climatico, le rovinose guerre, le insopportabili disuguaglianze di ogni genere, la pervasività delle dipendenze e delle mafie.

È più che mai necessario stimolare la politica a trasformare le prossime elezioni europee in un confronto democratico serrato sul modello istituzionale e politico da scegliere e rimettere così ai cittadini la decisione da prendere. Si deve avviare un confronto elettorale chiaro e incalzante sui risvolti dei due modelli. Per i Federalisti in particolare si apre un’opportunità straordinaria per non subire passivamente l’avanzata dei populismi e sovranismi, che pensano di affermarsi e trascinare con sé le forze politiche che fanno capo al Partito Popolare Europeo. I Partiti Democratici e Progressisti devono pertanto rompere gli indugi e avanzare una proposta costituente degli Stati Uniti d’Europa, facendo comprendere concretamente tutti i vantaggi che si possono avere con un fisco medio comune, un salario medio comune, così come con un esercito e una sicurezza condivisi, per non parlare dei benefici che si possono finalmente ottenere con una comune e stringente lotta alle sfide tremende del nostro tempo.

Questo percorso costituente degli Stati Uniti d’Europa dovrà alla fine del suo iter essere sottoposto al referendum popolare in ogni Paese, in modo che anche alla fine del tragitto sia la volontà democratica a dire l’ultima parola.

Lotta alle mafie.

È un momento delicato in cui si affacciano diversi rischi che si possano fare dei pericolosi passi indietro. È necessario allora rilanciare un cammino condiviso, in grado di restituire alla lotta alle mafie quella passione che discende dalla volontà di passare finalmente “dall’antimafia del giorno dopo” a quella “del giorno prima”.

Per raggiungere questo obiettivo, occorre intanto impegnarsi con un piano sistematico sulla lotta al riciclaggio locale e globale delle mafie cyber-finanziarie, potenziando e qualificando le magistrature e le forze investigative sia territoriali che europea.

Inoltre, bisogna disarticolare e distruggere il welfare mafioso, che garantisce ai boss legittimazione e all’organizzazione capacità di riproduzione nonostante i colpi subiti con gli arresti dei propri leader. È un impegno che comporta anche un’azione di prevenzione sociale, culturale ed economica senza precedenti, per rigenerare i quartieri periferici e liberare l’economia dal gioco mafioso.

Infine, è indispensabile proteggere e semmai rilanciare la legislazione antimafia del “doppio binario” ben contenuta e sistematizzata nel Codice Antimafia, che viene messa in discussione in alcune sue norme delicate dalla giurisprudenza europea e nazionale senza tener conto delle peculiarità e caratteristiche del “vincolo mafioso”. Pio La Torre, Rocco Chinnici, Antonino Caponnetto e Giovanni Falcone hanno capito che bisognava creare un corpus di norme in grado di spezzare quel vincolo mafioso e affermare così la sovranità della democrazia e dei valori costituzionali di libertà e giustizia economica e sociale.