RIGENERARE L’IMPEGNO ANTIMAFIA. È TEMPO PER RIPENSARE E RIPROGETTARE IL SUO CAMMINO

RIGENERARE L’IMPEGNO ANTIMAFIA. È TEMPO PER RIPENSARE E RIPROGETTARE IL SUO CAMMINO

È uno dei momenti più difficili per L’Antimafia. Certo, il suo percorso non è mai stato semplice e condiviso. Non è mai scattato quel coinvolgimento collettivo positivo che si verificò contro il Terrorismo. L’Antimafia ha sempre subito ostracismi e mascariamenti. Oggi, subisce un’aggressione esplicita, sfrontata, ricorrente e sistematica. In effetti, si scontano errori anche gravi, ma nessuno di questi può giustificare il ritorno al passato, al passato non solo “negazionista” della presenza mafiosa nella società, ma quello più sottile e insidioso dei cantori del “minimalismo”.

Un approccio minimalista diffuso da quelli che sostengono che la mafia è diventata solo criminalità comune, è oramai in definitiva decadenza, non è più collusiva con la politica e le istituzioni, non uccide più, non è una priorità e quindi bisogna smetterla con le leggi rigorose sul 41-bis, sull’ergastolo ostativo, sulle misure di prevenzione patrimoniali, sulle interdittive antimafia. Insomma, bisogna smetterla con l’antimafia!

Allora? Allora, c’è da evitare una comprensibile ma sterile reazione: quella di chiudersi a riccio per difendersi in una sorta di “torre eburnea” dell’antimafia.

È necessario assumere un piglio dinamico e resiliente, aperto e dialogico, partecipato e coinvolgente. È più che mai vitale rigenerare idee e strategie, attraverso un percorso vissuto con serietà, memoria e progettualità, per spostare l’antimafia dal “giorno dopo” al “giorno prima”. Bisogna ripartire intanto dai fondamentali dell’antimafia, in grado di aiutare il cammino attuale e futuro. Sono diversi i nuclei centrali a cui dedicare analisi lucide e proposte efficaci.

Mi riferisco intanto a due priorità: la difesa intelligente e il rilancio costruttivo del “doppio binario”, contenuto oggi nell’efficace Codice Antimafia, e la lotta al riciclaggio, che ha sempre più un profilo globale, oltre a quello territoriale, più conosciuto e perseguito.

Sollecitato da più parti, ho pensato di pubblicare alcuni articoli scaturiti dell’esperienza che ho maturato direttamente in questi lunghi anni di dedizione all’impegno antimafia.

Iniziamo dal riciclaggio delle mafie nel contesto globale, su cui c’è molta distrazione e poca attenzione. Le mafie, nel frattempo, accumulano ricchezze straordinarie e inquinano l’economia legale, mettendo sotto scacco interi Paesi e le stesse democrazie.

Ho scritto un articolo per il magazine online Thedotcultura, nel quale propongo un’analisi delle caratteristiche del riciclaggio: le mafie sono globali, le antimafie al massimo sono locali.

C’è un’asimmetria micidiale che va analizzata e superata. Ho messo a fuoco le varie recenti fasi della globalizzazione per spiegare come si è lasciato che il riciclaggio messo in atto dalle mafie si diffondesse.

Troverete naturalmente anche proposte e strategie che a mio avviso bisogna coltivare sul piano Europeo (verso gli Stati Uniti d’Europa) e Mondiale (verso gli Stati Uniti del Mondo).