GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE E LA SICCITÀ. È UN DRAMMA. PUÒ ESSERE UNA RISORSA?

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE E LA SICCITÀ. È UN DRAMMA. PUÒ ESSERE UNA RISORSA?

Il 17 Giugno si celebra la Giornata Mondiale della Desertificazione e della Siccità.

Nel 1995, ben ventisette anni fa, questo gravissimo problema è stato messo al centro di una Convenzione ONU, assumendo quindi un primo impegno mondiale e giuridicamente vincolante con una giornata di sensibilizzazione sulla tragica condizione in cui versa la nostra amata e bistrattata Terra.

Un mese fa l’UNCCD ha pubblicato un Report, “Drought In Numbers”. I dati parlano fin troppo chiaro:

– Dal 2000 il numero e la durata degli eventi siccitosi è aumentato del 29% a livello mondiale.

– La prolungata mancanza d’acqua è oggi il disastro naturale che conta il maggior numero di vittime: circa 650.000 morti dal 1970 al 2019.

– Sono oltre 2,3 miliardi le persone che fanno i conti annualmente con forti stress idrici.

– In meno di 20 anni la siccità ha causato nel mondo perdite per oltre 120 miliardi di dollari.

Un dramma ambientale che trascina con sé altri drammi:

  • Un dramma sanitario, per i danni alla salute degli esseri umani e per molte specie animali e tantissime piante.
  • Un dramma sociale, per le disuguaglianze che scatenano e per i tragici processi emigratori che attivano.
  • Un dramma economico, sia per i danni e l’impoverimento che la desertificazione comporta, sia per la concentrazione delle ricchezze nelle mani di poche corporation.

E l’Italia? Anche il nostro Paese soffre di una seria crisi idrica, che in questi ultimi mesi ha raggiunto dimensioni allarmanti.

Basti pensare che da gennaio a maggio del 2022 è caduto il 44% in meno di pioggia, toccando livelli che non si registravano da oltre 60 anni.

Chi avrebbe detto che anche nel Nord Italia avremmo assistito al ricorso delle prime autobotti per la distribuzione dell’acqua potabile?

L’allarme siccità giorno dopo giorno continua a “guadagnare terreno”.

Il fiume Po si è ridotto di moltissimo, si stima del 70 per cento della sua portata.

L’osservatorio ANBI denuncia flussi dimezzati per diversi altri importanti fiumi come l’Arno e l’Ombrone. Sono ai minimi storici pure il Sentino, il Nera e l’Esino, mentre nel Lazio è in difficoltà anche il Tevere e ci si appresta al razionamento dell’acqua potabile.

Possiamo rovesciare questo andamento catastrofico, facendo diventare il problema una risorsa di cambiamento?

Sì, se imbocchiamo realmente e velocemente la strada dello sviluppo sostenibile ambientalmente e socialmente!

Per fare questo dobbiamo necessariamente:

1) Abbattere la produzione industriale che alimenta il cambiamento climatico e investire risorse di portata storica sulla green economy. Già il 2030 deve essere una data spartiacque.

2) Riforestare e piantumare alberi anche in città. Il verde appropriato ai vari contesti territoriali deve diventare una strategia operativa.

3) Riorganizzare la rete idrica ed educare all’uso corretto dell’acqua con una gestione pubblica efficiente e libera dagli interessi speculativi.

4) Supportare l’agricoltura con investimenti massicci al fine di intraprendere le produzioni tipiche dell’idroponica e soprattutto dell’acquaponica.

Ci sono inoltre 10 azioni che fanno parte della strategia del “Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi” senza dimenticare la campagna #Droughtland.

Concretamente possiamo fare tutti qualcosa fin da subito:

  • convergere su quelle iniziative che si impegnano ad evitare che il tuo paese diventi una zona arida con un corretto uso dell’acqua anche nelle proprie abitudini quotidiane;
  • sostenere quelle campagne che organizzano occasioni di partecipazioni per il recupero delle zone aride;
  • condividere e pubblicare sui propri social media notizie fondate e riflessioni serie ispirate alla lotta alla siccità e al cambiamento climatico, per promuovere una maggiore consapevolezza della portata del problema.

(le immagini sono tratte dai siti di “Terra è vita” e Ispra).