GIORNATA MONDIALE DEL VOLONTARIATO: MENO APPLAUSI E PIÙ IMPEGNO

GIORNATA MONDIALE DEL VOLONTARIATO: MENO APPLAUSI E PIÙ IMPEGNO

Questa giornata deve servire per ripensare alla propria vita, per capire se il prossimo lo incrociamo soprattutto quando cade, soffre e sta ai margini. Serve anche per progettare, non da soli ma insieme, il nostro impegno

Il 5 dicembre è la Giornata mondiale del Volontariato. Gli applausi fioccheranno, le pacche sulle spalle pure. Dopo l’ulteriore prova dimostrata durante i giorni più tragici della gestione della pandemia, sicuramente il Volontariato merita apprezzamenti e riconoscenza.

Ma il Volontariato più moderno, quello che non si limita a fare da “barelliere della storia”, a mettere pezze sa, bene che spesso dietro quei riflettori che si accendono a intermittenza c’è una sorta di delega: pensateci voi!

Al Volontariato non piace questa delega. Mi riferisco al Volontariato organizzato, a quello che si ispira ai grandi valori religiosi e laici, a quello che ha come riferimento la nostra stupenda Costituzione: i doveri di solidarietà e la rimozione delle cause di ingiustizie e disuguaglianze.

Allora questa Giornata deve servire per ripensare ognuno di noi alla propria vita, per capire se il prossimo lo incrociamo soprattutto quando cade, soffre e sta ai margini. Serve anche per progettare, non da soli ma insieme, l’impegno in tre direzioni: 1) dare all’Agenda Sociale la stessa importanza dell’Agenda Ambientale, perché sono due facce della stessa medaglia, due sfide che devono procedere insieme; 2) aggredire con intelligenza, senza nessun assistenzialismo, le varie povertà, vecchie e nuove, alla luce dei successi e degli insuccessi delle varie forme di Welfare; 3) promuovere la fraternità nel cammino nuovo che l’umanità dovrà fare per evitare che il post-Covid riprenda tutti i vizi del pre-Covid, in modo da metterci realmente alle spalle guerre e spese pazzesche per gli armamenti.

Viviamo allora questa Giornata provando a conoscere il mondo del Volontariato organizzato che ci sta accanto, per provare magari a viverlo anche in prima persona.

Ricordo altri tre impegni:

  • fare del 2022 l’anno italiano del Volontariato per continuare l’esperienza di Padova capitale europea del Volontariato per allargare all’intero Paese la conoscenza dei suoi valori e attività;
  • promuovere il Volontariato come bene immateriale dell’umanità, su cui già si stanno animando diverse iniziative;
  • chiedere al Parlamento italiano alcune piccole modifiche della riforma del Terzo Settore per ridare piena autonomia e libertà al Volontariato organizzato, che fa della gratuità il suo punto distintivo.

Per chi volesse approfondire, trova di seguito l’intervista che ho rilasciato  a Solidaria, l’evento sul Volontariato tenutosi a Padova a inizio ottobre.