1° MAGGIO 2025. LA MEMORIA DA COLTIVARE SULLA STRAGE DI PORTELLA DELLA GINESTRA DEL 1947 E L’IMPEGNO PER IL SÌ SUI REFERENDUM DI GIUGNO

1° MAGGIO 2025. LA MEMORIA DA COLTIVARE SULLA STRAGE DI PORTELLA DELLA GINESTRA DEL 1947 E L’IMPEGNO PER IL SÌ SUI REFERENDUM DI GIUGNO

Erano felici, a Portella della Ginestra. Era impensabile che quel Primo Maggio potessero festeggiare quattro cose in un solo giorno: la libertà tanto agognata e riconquistata, la vittoria elettorale di poche settimane prima del “Blocco del Popolo”, la Festa del Lavoro soppressa durante il Fascismo, e la manifestazione per la riforma agraria contro il latifondismo e per l’occupazione delle terre.

La gioia era contagiosa, i bambini giocavano mentre da Piana degli Albanesi, da San Giuseppe Jato, da San Cipirello la gente affluiva in una conca bellissima, baciata dal Signore, presso il Sasso dedicato a Barbato, il medico che aveva guidato i contadini all’inizio del secolo, fondando il movimento socialista dei Fasci Siciliani dei Lavoratori.

Tutto ad un tratto però le grida eccitate di felicità si trasformarono in urla di dolore e paura. Il crepitio dei mortaretti festosi fu soppiantato dall’abbaiare omicida delle armi.

Caddero in 11 e 27 furono gravemente feriti. In quel momento, con una violenza inaudita, fecero capolino tutte le forze più regressive: la banda Giuliano, ormai preda di mille giochi di potere, i reazionari latifondisti contrari alla riforma agraria, i leader dei nuovi assetti politici pronti a usare la destra fascista ancora in vita per impedire la crescita politica delle sinistre.

Ho letto e riletto molta documentazione su quei tragici fatti. Da Presidente della Commissione antimafia, ho contribuito a far declassificare i documenti contenuti nei vari archivi di Stato. La verità sostanziale la conosciamo ma abbiamo bisogno di più suggelli documentali presenti in particolare negli archivi inglesi, russi e statunitensi, oltre a quelli ancora conservati in Italia.

Alla memoria dobbiamo sempre unire l’impegno nel presente. Non dimentichiamo infatti che questo Primo Maggio cade alla vigilia dei Referendum dell’8 e 9 giugno: cinque quesiti da votare con un bel tratto sul SÌ! Il lavoro rimane la nota dolente dello sviluppo attuale: precario e con scarso reddito, a discapito in particolare dei giovani e delle donne oltre che del Sud.

Buon Primo Maggio di memoria da coltivare e di impegno da rigenerare.