PERSINO IN GERMANIA E IN BELGIO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E IL DISSESTO IDROGEOLOGICO FLAGELLANO IL TERRITORIO

PERSINO IN GERMANIA E IN BELGIO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E IL DISSESTO IDROGEOLOGICO FLAGELLANO IL TERRITORIO

Con il cambiamento climatico non si scherza. Adesso, ahimè, è toccato tragicamente persino alla Germania e al Belgio. Nessun Paese può pensare di sfuggire inoltre ai problemi serissimi del dissesto idrogeologico.

Il “negazionismo” sugli effetti del cambiamento climatico è sempre più limitato, ma rimane il più insidioso “minimalismo” di chi pensa di svilire con astuzia retorica la portata storica della necessità di cambiare l’attuale modello di sviluppo.

In sostanza, non si può più tardare e giocare con il destino dell’umanità, alla luce anche della tragica prova a cui siamo sottoposti a causa del diffondersi pervicace del Coronavirus.

C’è allora da prendere il toro per le corna e avviare un processo progettuale che acceleri le scelte più radicali per passare a uno sviluppo sostenibile socialmente e ambientalmente.

Entro il 2030 dobbiamo arrivare ad almeno 5 storici obiettivi:

1) EMISSIONI ZERO. Energia pulita, niente più fossili e plastiche e avanti tutta con l’idrogeno e le rinnovabili.

2) RIFIUTI ZERO. Dobbiamo fare del riciclo e dell’economia circolare una realtà concreta e capillare.

3) ELIMINARE LA FAME NEL MONDO. Anche questo obiettivo va programmato con un duro lavoro, per riconvertire buona parte dell’economia finanziaria in economia reale, ma anche per mettere mano ad una nuova agricoltura accessibile e sostenibile.

4) ABBATTERE LE DISUGUAGLIANZE. Su questo piano dobbiamo raggiungere mete inedite di uguaglianza di genere (uomo/donna), generazionali (adulti/giovani), territoriali (zone interne/città), di aree (Nord/Sud) e sociali (ceti ricchi/ceti medio-bassi).

5) RIDUZIONE DELLE SPESE MILITARI. Dobbiamo ridurre del 50% le spese militari e destinare quelle risorse allo sviluppo sostenibile. Non scherziamo più con la retorica militarista e apriamo gli occhi sugli immensi affari delle industrie delle armi. Troppe guerre e lesioni dei più elementari diritti umani ci impongono un radicale cambio di rotta.

Insomma, è il momento propizio per ripensare e riprogettare lo sviluppo. Da San Francesco ai nostri giorni, ci ispirano in tal senso nuovi fermenti culturali e soprattutto le nuove generazioni.